Il Caso di Dora di S. Freud

Dora si discosta dalla classica figura di giovane donna borghese. Viene definita da Freud una donna nuova, dal giudizio molto indipendente. Frequentava le mostre secessioniste di Klimt e di Hoffmann (architetto secessionista) e le interessavano le conferenze femministe, tanto che, influenzata da queste pensatrici, aveva deciso di non sposarsi in giovane età.
Già dall’ età di 8 anni aveva sofferto di gravi sintomi nervosi che in adolescenza erano stati trattati con applicazioni elettriche locali.
Suo padre, un industriale emigrato dalla Boemia aveva in passato consultato Freud che gli aveva diagnosticato un’ infezione luetica (sifilide). Nel 1900, preoccupato per la figlia, allora diciassettenne, la portò da Freud: depressione, sbalzi d’umore, ostilità e tosse nervosa erano i sintomi descritti da Dora durante le sedute sul lettino.
L’interesse di Freud era rivolto ai desideri sessuali infantili di Dora.
Questa fu una grande rivoluzione: Freud trattò la sua paziente come dotata di una propria sessualità. Il punto che Freud sembra però voler sottolineare è la bisessualità di Dora che è attratta sia dal signor K che dalla signora K.
Il conflitto isterico di Dora era, dunque, secondo Freud, relativo all' incapacità di prendere una decisione riguardo essere uomo o essere donna, non dunque il fatto di tendere in entrambe le direzioni.
Quindi, con Dora si fissa in Freud l’interpretazione dell’isteria come l’incapacità di scegliere tra oggetto maschile e oggetto femminile in quanto il soggetto si identifica con entrambi: “con una mano stringe a sé le vesti mentre con l’altra cerca di strapparsele”.
Freud, distanziandosi dalle correnti del 900, dice allora che la scelta sessuale è privata, intima, non ci sono virilità e femminilità. Nonostante queste vedute così aperte Dora interromperà il trattamento dopo 11 settimane.
Eli Zaretsky sostiene che, secondo Freud, l’interruzione del trattamento è una vendetta nei confronti degli uomini: gli uomini sono orribili ed io non mi sposo. Questo però non risolveva il suo conflitto sulla sessualità.
Secondo Paul Laurent, l'isteria, forse, presenta una sorta di vignetta tragica su che cosa è il desiderio femminile in quanto qualcosa di impedito o non dicibile.
La forza della posizione freudiana sulla donna consiste nel non sapere in anticipo quel che lei vuole - cosa che fanno invece tutti i discorsi ideologici, siano essi misogini oppure, al contrario, sostenuti da buoni sentimenti. La forza della psicoanalisi – e, allo stesso tempo, il suo limite riconosciuto - è di prendere la donna come soggetto. Dice spesso che la psicoanalisi non fugge di fronte all'enigma della donna. Forse si può capire che cosa desidera la donna, ma c'è come un punto oscuro. Lo si vede bene nelle analisi: nel soggetto "donna" c'è qualcosa come una mancanza, un punto oscuro che esige di essere riconosciuto. Per questa ragione Laurent tenderebbe a mettere l'accento sul lato "aporetico" - come lo chiamerebbero i filosofi - vale a dire quell'aspetto di fortissima contraddizione che organizza una perplessità singolare sulla donna. Ma si può porre la domanda di Freud in maniera positiva, prendendo le mosse da quel punto oscuro, per riconoscere il diritto - un punto importante- alla specificità del desiderio della donna. Ma Freud ha compiuto un passo decisivo quando si è interrogato sul diventar donna, vale a dire sulle condizioni che una donna doveva riempire per diventare se stessa, aldilà del caso particolare dell'isterica.
Il caso venne ripreso dalle femministe che videro in Freud il curante che impone le sue teorie e opprime la donna.
Secondo la studiosa Maria Ramas Freud non riesce ad intuire che l’amicizia con il signor K maschera l’amore per la signora K, amore pre-edipico per il corpo della madre.
Per le femministe l'interpretazione di Freud che Dora sarebbe stata segretamente attratta dal signor K, e per questo aveva mal di testa, significava che la donna vittima di abusi se li sarebbe cercati, riferendosi all' episodio del bacio tra Dora e il Signor K.
Le femministe si interessano di psicoanalisi a partire dalle teorie di Lacan che sostengono che la differenza tra i sessi prende vita nel discorso, la lingua ci identifica come soggetti sessuati. L’acquisizione dell’identità, della soggettività, si attua soltanto con l’ingresso nell’ordine simbolico, la Legge del padre. Dunque le femministe si sostengono sulla teoria di Lacan per affermare che il genere sessuale non è un’essenza biologica ma un costrutto linguistico.
Le femministe si identificano con l’isteria, facendone un modello di femminilità.
Il dialogo tra psicoanalisi e femminismo, tuttavia, è un dialogo che costantemente fallisce, in quanto non offre alle donne una nuova possibilità di identità e non fornisce un progetto di azione politica.
Helene Cixous, una femminista, nel 1977 sosteneva: “Dora m’è parsa come colei che resiste al sistema, quella che non può sopportare che la famiglia e la società siano fondate sulla rimozione di corpi delle donne, su corpi disprezzati, respinti, umiliati una volta che siano stati usati. E questa ragazza che, come tutte le isteriche, era priva della possiblità di dire quello che provava, di avere la parola faccia a faccia o al telefono come il padre B. e il padre K., Freud ecc.,ha avuto quantomeno la forza di farlo sapere. E’ l’esempio nucleare della forza contestatrice delle donne. L’isterica, a mio vedere, è la donna-prototipo in tutta la sua forza: una forza che era ritorta contro Dora, ma che, se la scena cambia e se la donna comincia a parlare in modo diverso, sarà una forza capace di demolire quelle strutture.”
L'interruzione del trattamento porta Freud ad intitolare questo caso “Un frammento di un analisi…” riconoscendo con questo, almeno implicitamente, che i pezzi mancanti della storia di Dora non furono mai completati.
Alcuni autori, in particolare Claire Lahane “In Dora’s case” sostengono che questa frammentazione sia tipica dell’isteria: resistenza ai tentativi di figure paterne onnipotenti di riempire i vuoti della sua storia.
Nei circoli femminili Dora diventa dunque una resistente all’ esigenza fallocentrica del “dire tutto”. Dunque sono proprio i misteri di questa storia un rifugio femminile dall’ imperativo maschile di appropriarsi di qualunque cosa estranea.
La tosse di Dora è null'altro che un urlo strozzato contro una società ipocrita: una denuncia rigida e incomprensiva.
Jane Gallop “Keys to Dora” sostiene che il discorso isterico è un paradigma della storia della donna.
Stephen Marcus “Freud and Dora: story, History, Case History” cita il racconto di Dora come esempio della narrazione modernista con 4 caratteristiche:
-impossibile accesso alla verità
-dissoluzione narrazione lineare e la sua esplosione in molteplici, contrastanti, prospettive
-l’esistenza di un narratore inaffidabile. Freud
-la relazione indefinibile tra finzione e realtà, sia all’interno sia all’ esterno del discorso.
Non è però a livello ESTETICO che ci deve interessare se c’è corrispondenza tra narrazione e verità, quanto a livello ETICO.
Cioè è importante per Dora, che a causa delle proiezioni controtransferali di Freud peggiora invece di migliorare. I pazienti necessitano che le loro sofferenze siano riconosciute come vere: nel senso di RELATIVE A EVENTI REALMENTE AVVENUTI.
Negli “Studi sull'isteria” Freud ha sostenuto la tesi che gli isterici sono vittime di precoci violenze sessuali infantili. Ha poi preso atto d'avere dato credito ingenuamente a ricordi poco attendibili. Frustrato nell'orgoglio, egli, stranamente, non si è chiesto se quei ricordi non potessero avere un qualche fondamento, denunciando una cultura sostanzialmente violenta e repressiva. Si è viceversa imposto di comprendere il significato dei falsi ricordi, giungendo alla conclusione che essi comprovano con assoluta certezza l'esistenza precoce, a livello inconscio, di una pulsione sessuale originaria e naturale, sostanzialmente anarchica. L'”Interpretazione dei sogni” è stata dedicata, per molti aspetti, a confermare questa nuova tesi, che sposta l'accento dalla denuncia della società e della cultura, implicita negli “Studi sull'isteria”, alla denuncia della natura umana.
Il caso di Dora rappresenta forse il documento più emblematico del dogmatismo ideologico freudiano che serve a sancire questo spostamento, e dunque vale come una riparazione culturale rispetto alla tesi originaria.
C'è da chiedersi cosa abbia spinto Freud a dedicare al caso un particolare interesse. Tanto più che, nello scritto, egli rileva ripetutamente che l'interruzione della terapia rende incompleti i dati di cui dispone e allude a numerosi altri casi portati a termine. Il motivo, presumibilmente, è la convinzione di Freud che i sogni di Dora rappresentassero prove inconfutabili della sua teoria e che la sessualità fosse la chiave del problema delle psiconevrosi e delle nevrosi in generale.
Lisa Appignanesi in “Sigmund Freud e le sue donne” muove delle critiche alla questione della verità. Quando nel 1906 gli venne chiesto quale rilevanza potesse avere la psicoanalisi per la legge, egli rispose che, per sua natura la psicoanalisi non si occupa di stabilire se vi è colpa o innocenza, realtà o invenzione. Ciò che conta nella psicoanalisi è che un paziente abbia DETTO una cosa, non che la cosa sia vera o falsa. Mentre la legge esige sempre una risposta, la psicoanalisi fa nascere solo ulteriori domande.
dott.ssa Arianna Marfisa Bellini
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