Perché questa ricorrenza? Il racconto di una femminista

Eccoci qui a celebrare con grande tristezza come ogni anno La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, rivolgendo un pensiero a quelle donne che non ci sono più e avendo consapevolezza che la Violenza è di chi la agisce
Il 25 novembre è la data designata della ricorrenza, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, ma con la quale si invitano i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica di quanto sia importante cancellare la violenza contro le donne sia fondamentale per la Vita delle Persone
E lo facciamo parlandovi con grande determinazione e perseveranza ancora della Convenzione di Istanbul, perché è il primo strumento giuridicamente vincolante che stabilisce una serie di norme per combattere la violenza contro le donne, e perché per la prima volta a livello pubblico ha evidenziato come la differenza biologica, femmina /maschio, si sia trasformata nel tempo in diseguaglianza sociale e di come la violenza sia lo strumento per continuare a conservarla
Ma la storia ha un passato più lontano, prima La Dichiarazione sull’eliminazione delle discriminazioni contro le donne è del 07 novembre 1967.
Nel 1973 l’Assemblea generale dell’Onu per renderla vincolante comincia a pensare all’elaborazione di una Convenzione quale strumento unico, completo e vincolante a livello internazionale per eliminare le discriminazioni contro le donne, il testo della Convenzione Cedaw verrà elaborato tra il 1976 e il 1979 e adottata dall’Assemblea generale il 18 dicembre 1979
Nel 1981 entra in vigore la Convenzione dell’organizzazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di Discriminazione contro le donne.
L’Italia ratifica la Cedaw il 10 giugno 1985
Vedete ancora non si parla di violenza ma di discriminazione, solo nel 1993 con la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, si ha il coraggio di chiamarla con il suo nome VIOLENZA, documento adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ma frutto di una forte pressione dei movimenti delle donne, culminata nella Conferenza di Vienna sui diritti umani.
E tanto ancora…fino al 2011 con la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata a Istanbul 11 maggio, adottata in Italia, con l'approvazione unanime del testo alla Camera, il 19 giugno 2013.
Perché è così importante quindi parlarvi della Convenzione di Istanbul, perché la Convenzione definisce nell’Articolo 3 che la violenza nei confronti delle donne è una “violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano danni e sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica comprese le minaccie di compiere tali atti, la coercizione o la provazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata” (La violenza alle donne è riconosciuta come un grave problema sociale di dimensioni mondiali. Più del 90% di tutti gli incidenti di violenza domestica sono crimini commessi contro una donna)
Ebbene capite che dal 1967 al 2011, son 44 anni; quanto tempo è stato necessario per riconoscere a livello pubblico che la violenza nei confronti delle donne è una violazione dei Diritti Umani!
Possiamo finalmente affermare che le donne sono umane?
Non solo che le donne sono umane, ma che sono anche la metà del Genere Umano, prendiamone tutti coscienza, soprattutto noi Donne.
Prenderne coscienza non è un passo così semplice poiché sulla scorta di interpretazioni pseudobibliche di comodo, le donne sono state per lungo tempo nel corso della Storia senza Anima e senza cervello, figlie del male e bruciate sul rogo come streghe, senza diritti e chiuse nelle case.
Quanto si è lavorato per arrivare a riconoscere che la natura strutturale della violenza contro le donne sia basata sul genere: una distinzione tra uomini e donne non più unicamente basata sulle loro differenze biologiche, ma concepita anche secondo categorie socialmente costruite, che assegnano ai due sessi ruoli e comportamenti distinti, e..altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini,
Prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire penalmente i loro aggressori sono i cardini della Convenzione
Nel legame dichiarato fra l’assenza della parità di genere e il fenomeno della violenza si inseriscono quindi tutte le politiche antidiscriminatorie che contribuiscono alla promozione
Angela Scalese - Femminista
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