Fabri Fibra sarà escluso dal concerto del Primo Maggio 2013 questa è la notizia.
Fabri Fibra replica, non è responsabile di ciò che scrive nelle sue canzoni, è chi le ascolta ad essere responsabile dell’ uso che ne fa.
Quando ho letto le parole del rapper ho immediatamente pensato a ciò che la psicoanalisi ci insegna: siamo sempre responsabili di ciò che diciamo, come sappiamo bene noi psicologhe di Dedalus Bologna.
Poi però mi è venuta subito alla mente un intervista degli anni ‘ 70 di C. Shulz in cui dice esattamente la stessa cosa e il giornalista che lo ascolta commenta lapidario: “un vero artista”.L’ arte non ha bisogno di censura, nemmeno di quella della responsabilità soggettiva, l’ arte per essere tale non ha bisogno dell’ inibizione, del timore del giudizio, della educazione, del politically correct.
L’ arte salta le convenzioni della legge per circoscrivere l’ angoscia con una lingua nuova, per appoggiare una inedita garza sulle ferite della realtà.
Indipendentemente dai gusti musicali, dalla capacità e dalla possibilità di apprezzare il rap credo che di questo vada tenuto conto.
Il rap nasce per simbolizzare le sanguinose lotte tra bande, il rap, le parole crude di questo stile musicale nascono per essere usate al posto dei coltelli, delle pistole, delle lotte, delle gang che mietevano vittime vere, sangue reale.
Di per se è già dunque un’operazione simbolica di grandissima portata.
Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori, nata per commemorare, sopportare, simbolizzare un grave evento di sangue: la polizia reprime una manifestazione di lavoratori, le loro parole di protesta. La reprime con la forza, uccidendo e ferendo.
Le armi massacrano le parole e le rendono silenti.
Censurare un cantante tanto amato dai ragazzi, tanto seguito ed ascoltato non è sicuramente un’ operazione di dialogo.
Ci sono tanti modi per reprimere i discorsi diversi da quelli che conosciamo e che condividiamo, per parafrasare O. Wilde, chi lo fa con la spada, chi lo fa con il potere della censura.