L’amore che pensiamo di meritarci
Sam: Perchè io e quelli che amo scegliamo persone che ci trattano come fossimo nulla?
Charlie: Perchè accettiamo l’amore che pensiamo di meritarci.
Questo breve dialogo è tratto da Noi siamo infinito un film assolutamente da vedere a 15, a 30 a 50 anni che mi ha colpito ed emozionato. Oggi però non voglio commentare o parlare del film, quello che mi interessa approfondire è quello che domanda Sam a Charlie: “perchè scelgo sempre persone che mi trattano come se fossi nulla”? Accade spesso a noi psicologhe di Dedalus Bologna, specialmente nella clinica del femminile di ascoltare ragazze che in terapia raccontano di vivere storie d’amore sbagliate, uomini che le trattano male, le tradiscono, le fanno soffrire, non le amano. È un rischio che la donna può correre: accettare e accontentarsi di un uomo che non ti ama, che non è interessato a quello che dici, a quello che fai e a quello che provi. L’entrata nella sessualità, l’incontro con l’altro sesso è sempre traumatico.
Sofferenza al femminile
Non si è mai abbastanza preparati, capita che le amiche, le compagne di scuola abbiano già un fidanzato, abbiano già vissuto il primo rapporto sessuale e allora una ragazza si accontenta di un uomo che la guarda, che mostra un vago interesse, senza domandarsi se è innamorata, se questa persona sarà gentile, se avrà rispetto per i sentimenti. Nella vita può succedere di non fare dei buoni incontri, di incontrare ragazzi sbagliati e come possibile effetto una donna può arrivare a credere che quello è l’amore, quello che ci si merita da un uomo. È una possibile declinazione della posizione di sofferenza di una donna: farsi trattare come se non si contasse nulla. Questo può produrre dei sintomi, come spiegato su www.dedalusbologna.it, che si declinano nel rifiuto del corpo attraverso lo sviluppo di un disturbo alimentare, collezionando e usando il proprio corpo attraverso rapporti sessuali per avere l’amore da uomini che non sono interessati o ancora arrivando a infliggersi delle ferite sul corpo attraverso i tagli per sentire il dolore: quello del soggetto che non riesce ad esprimere in altro modo. Questo non è l’amore, in questa posizione la donna si esclude da un possibile incontro d’amore, non entra in relazione davvero con l’Altro ma sperimenta sofferenza, infelicità e rassegnazione.