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Perchè i ragazzi ci fanno così paura?

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La solitudine degli adolescenti

Dedalus, studio di psicologi a Bologna nelle ultime settimane ha avuto modo di incontrare numerosi studenti delle scuole medie e superiori di Bologna e della Romagna. Lo ha fatto attraverso la proiezione di due film ( “The beat beneath my feet” e “Cyberbulli-pettegolezzi on line”) in cui i protagonisti erano degli adolescenti alle prese con la loro vita, le loro difficoltà, i propri dolori familiari. Film molto diversi tra loro ma avevano un punto in comune: la solitudine dell’adolescente. Sì perché troppo poco si parla di come un ragazzo, a 15 anni, può sentirsi completamente solo e senza parole per esprimere la propria sofferenza

Quali sono i motivi della solitudine?

I motivi della solitudine, possono essere i più disparati: problemi familiari, difficoltà amorose, prese in giro da parte degli altri compagni di scuola, prepotenze che i ragazzi infliggono agli altri per difendersi da un dolore che non si riesce a mettere in parola. Gli studenti hanno parlato e anche tanto, il tempo a disposizione non è stato sufficiente per ascoltarli tutti e attraverso le vite dei protagonisti dei film molti di loro hanno condiviso difficoltà, insicurezze, la profonda solitudine che provano.

La percezione dell’Altro

Quello che ha colpito maggiormente Dedalus è stato che i ragazzi non hanno mai fatto riferimento agli adulti, come se nei loro problemi, nelle loro domande, nei loro dolori, l’Altro non potesse fare nulla, non fosse in grado di ascoltarli e di aiutarli ad uscire da situazioni complicate come le prese in giro su whatsapp, in classe o i ruoli e le maschere in cui i ragazzi sono incastrati e che li fanno stare male. Negli studenti che abbiamo incontrato è emerso che loro non aspettano più la risposta dell’ Altro, come se dall’adulto non si aspettassero nulla se non di tenerlo tranquillo e di non angosciarlo. Cosa è accaduto agli adulti? Quando hanno smesso di parlare con i ragazzi? Perchè gli adolescenti sono così intimoriti dalle fragilità dell’Altro tanto da non caricarlo delle loro preoccupazioni?

Genitori e figli: il tempo dell’ascolto

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On Broadway

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Risvegliarsi oggi è stato un po’ come farlo il giorno dopo il diploma, il capodanno, la festa di laurea, il diciottesimo: con la sensazione di aver partecipato a qualcosa di unico, irripetibile, che ha regalato molta emozione e che purtroppo è già passato.
Quanta nostalgia e quanta voglia di non perdere i ricordi e le sensazioni che Giordano Bruno Luisè e i suoi due fantastici musicisti ( Stefano ‘Ciccio’ Sammaritani alla chitarra e Francesco Pezza alle tastiere) ci hanno regalato ieri sera.
Hanno costruito uno spettacolo per Dedalus, per i giovani, per testimoniare che si può parlare dei momenti di crisi e si può uscire dalla sofferenza.
Nonostante i “troubles melts like lemon drops” comunque posso ribaltare tutto, rivoluzionare la mia vita and “I feel good!”
Così i musicisti hanno aperto e chiuso la loro performance, donandoci momenti di grande commozione ed altri di puro divertimento.
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