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Al di là del principio dell’amore

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Martedì 28 aprile, presso il Centro Studi Donati, si è tenuto “Al di là del principio dell’amore“, un evento in cui psicoanalisi e musica si sono incontrate per parlare della violenza nei confronti delle donne all’interno dei legami d’amore. Dopo un reading musicale sulla vita di Billie Holiday (Mariangelacofone.com) e l’intervento sull’amore e la violenza della dott.ssa Claudia Rubini, psicoterapeuta di Dedalus, un interessato pubblico di giovani donne e giovani uomini ha dato vita a un acceso e lungo scambio di domande e riflessioni. L’interesse di capire, di approfondire, di andare oltre l’apparenza ha animato la sala.
Domande profonde e precise.
Domande e riflessioni che hanno toccato le differenze tra maschile e femminile, interrogato il “segreto” dell’essere donna, la percezione della violenza e il suo rapporto con l’amore.
Ma anche, quale ruolo possono avere gli amici quando si accorgono di situazioni di sofferenza e violenza?
E, infine, tanta curiosità e interesse nei confronti della psicoanalisi: da come può prodursi una domanda di cura psicoanalitica a come può arrestarsi la spinta della “coazione a ripetere” all’interno di un trattamento.
Di seguito alcune foto di questa intensa e ricca serata.

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“Non vedo-non sento-non parlo”: la mafia dell’Io.

La mafia dell’Io

La mafia vince sempre? La violenza non può essere fermata? Le persone non possono cambiare? L’Io del soggetto ha sempre la meglio sull’Es?

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Domande di varia natura offuscano la mia mente, questioni tanto diverse e complesse si intrecciano, si incontrano e poi divergono, mantenendo una domanda di fondo: “Gli uomini sono destinati sempre ad essere solo dei corrotti? Complici della propria e dell’altrui distruzione? Non si può mai davvero dire di no a ciò che fa soffrire e annienta?

La psiche di Freud

La psicoanalisi ha sempre insegnato e trasmesso il contrario. Freud nelle sue opere ha trattato e descritto in modo approfondito le istanze dell’apparato psichico: l’Io, l’Es e il Super-io. L’Io è la parte conscia, l’aspetto di noi che si vede, è corruttibile, imitabile, distruttibile, manipolabile. Tuttavia è solo una parte dell’apparato psichico e di certo, per la psicoanalisi, non è l’aspetto più autentico, cioè l’inconscio che è la parte amabile del soggetto, fragile meravigliosamente contraddittoria in cui contemporaneamente può coesistere il dolore e la gioia, la sbadataggine e la precisione.

Noi psicologhe di Dedalus Bologna sappiamo bene che i pazienti solitamente vanno dallo psicoanalista proprio quando l’Io, la parte che si vede, viene colpita da una crepa, va incontro ad uno scossone improvviso che terrorizza il soggetto al punto che non si riconosce più e si sente “posseduto” da forze attive che non rispondono ai comandi dell’Io. Freud afferma che “l’io non è padrone in casa propria”.

Io ed Es

Da non credere! L’aspetto più corruttibile, omertoso e disonesto non funziona più come prima, viene catturato da forze oscure che provengono da quello che Freud definiva Es, la parte inconscia. Il soggetto si domanda: “e ora come faccio? Come gestisco quello che non controllo e non conosco?” Cerca su internet come vediamo dal nostro sito www.dedalusbologna.it , si rivolge ai dottori perchè le forze oscure dell’Es possono presentarsi in molteplici modi, non solo a livello del pensiero ma anche del corpo. Il povero uomo non trova soluzione, non sentendosi più lo stesso, si rivolge addirittura allo psicoanalista, un professionista che non prescrive medicine, non dice quello che si deve e non deve fare per ripristinare l’ordine dell’Io ma invita il soggetto a parlare di sé e di ciò che lo fa soffrire.

La tirannia dell’Io

Nei racconti dei pazienti emerge l’Io, l’Es e anche il Super-io, la terza istanza descritta da Freud che si presenta sotto forma di divieti, di regole di cui è intriso l’essere umano. È parte del codice familiare trasmesso al soggetto e che affianca il lavoro dell’Io. Il paziente disorientato e schiacciato, accettando l’invito dello psicoanalista a raccontarsi, inizia a rendersi conto di quanto la sua parte “disonesta” non gli permette di esprimere profondamente ciò che è. La “mafia del suo io” piuttosto preferisce manipolarlo, compiendo delle trattative e stipulando degli accordi con le sue debolezze, i suoi vizi, i suoi bisogni. “L’Io mafioso” non autorizza in alcun modo il soggetto a dire di no, a pensare che un altro mondo per lui sia possibile, fatto sia dei suoi aspetti più scabrosi e disonesti da tenere a bada che di quelli che lo rendono speciale, unico, coerenti con il suo inconscio che è la parte più autentica

Si può cambiare

Non è vero che non si può fare nulla, che le cose non possono cambiare, che le leggi non servono a niente. Nessuna mafia è onnipotente e indistruttibile. Le istituzioni sono fondamentali per portare avanti la nostra società fatta di uomini che nella vita si potrebbero trovare ad inciampare e cadere sul proprio “io mafioso” che è solo una minima parte di sé, per giunta neanche quella che davvero comanda, piuttosto quella che “non vede, non sente e non parla” e si prende gioco dell’uomo.

Si alza il sipario sui Monkey’s Arm Blues Band domani alle 21:30

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Giovedì 11 Settembre alle 21:30 ci sarà la seconda serata della rassegna musicale ” Attenti al lapsus” con un gruppo che ci farà ballare, ridere, emozionare: i Monkey’s Arm Blues band. Sono 5  musicisti di Rimini che hanno accolto subito con entusiasmo il concept della rassegna: la musica può aiutare la psicoanalisi fuori dallo studio a promuovere l’idea e la buona pratica che si può parlare di quello che non funziona nella vita, di quello che fa soffrire, che ci tiene lontano dagli altri e che ci spaventa. I Monkey’s Arm Blues Band si sono messi subito a lavoro, preparando il loro spettacolo che ascolteremo domani.

Voglio dire due parole sul perchè Dedalus teneva così tanto ad essere presente alla festa dell’Unità avendo  quest’anno, oltre allo stand, la possibilità di proporre una rassegna musicale. La festa è uno spazio e un occasione per la quantità di gente che ne prende parte di diffondere per Dedalus nella città di Bologna un messaggio di prevenzione psicologico-sociale. Continua a leggere

Attenti al Lapsus. Il messaggio che Dedalus vuola lanciare

IMG_3734-0.JPGOggi ho solo voglia di ringraziare. Trovo sempre straordinarie le persone che sanno incontrare gli altri partendo dalla propria mancanza, dalle proprie difficoltà e non nascondendosi dietro la propria immagine, i propri titoli e la propria funzione pubblica.
Quindi per cominciare grazie Assessore Nadia Monti che venerdì sera sul Divano della Red Square, alla festa dell’ Unità, ha testimoniato la sua umanità, la sua passione e la sua professionalità. Mettendo in gioco la sua storia personale ha sottolineato con forza il messaggio che Dedalus vuole lanciare con Attenti al Lapsus: si può parlare della sofferenza, del sintomo, del disagio. Si può dire qualcosa degli inciampi della propria vita.

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Lo sguardo sul cibo: “il food porn” potrà essere la nuova soluzione ai disturbi alimentari?

blogIl “food porn”

Negli ultimi tempi su internet imperversa un nuovo fenomeno chiamato “food porn”. Il nome potrebbe subito trarre in inganno, pensando che possa riguardare qualche pratica sessuale che utilizzi il cibo per dei giochi erotici.

Non si tratta di questo. Consiste, invece, nel “postare, condividere” foto, immagini di piatti prima di tutto belli e accattivanti da vedere e poi magari anche da mangiare. Non importa se il piatto è stato creato da uno chef di chiara fama o da un semplice utente che lo condivide, è fondamentale che sia succulento da vedere. Un gruppo di ricercatori psicologi  ha iniziato a studiare questo nuovo fenomeno, ipotizzando che gli utenti che condividono in rete, solo esclusivamente immagini riguardanti il cibo, abbiano una sorta di ossessione e  che alla base di questa attenzione selettiva solo per argomenti che riguardino il cibo, ci sia, a monte, un possibile disturbo alimentare, tema trattato su www.dedalusbologna.it

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Si può vigilare sul cuore degli altri?

imageVigilare sul cuore

Dedalus Bologna, ancora prima di essere Dedalus ha lavorato tanti anni in una scuola di Bologna che comprende asilo, elementari, medie e superiori: Maestre Pie dell’ Addolorata.

Dedalus ha lavorato in questa scuola anche nel 2009 nel momento in cui un ragazzino di seconda media ha scelto l’ ufficio della Preside per mettere fine alla sua vita. Fine non è stata, ma la sua vita è enormemente compromessa a causa delle lesioni. F. si è lanciato nel vuoto, fuori dalla finestra della presidenza senza che nessuno potesse prevederlo, impedirlo: si è buttato giù lasciando gli altri sgomenti a guardarlo.

Una tragedia. Una tragedia per tutti: per la famiglia, il fratello, i compagni i professori, la preside, gli amici, i parenti. Una tragedia soprattutto per F., che forse una vita non la voleva più e che ora ne ha da affrontare una con un corpo fortemente compromesso.

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