Genitori in ostaggio – Dire di no ai figli

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mamma-figlioNegli ultimi tempi ogni sera su Rai Due va in onda una nuova sit com dal titolo “madri imperfette” che racconta con ironia e leggerezza le difficoltà, gli impegni, le paure e i dubbi della madri moderne. In uno degli episodi andati in onda, viene posta una questione che in Dedalus Bologna ascoltiamo molto frequentemente quando i genitori  domandano aiuto, in altre parole consiste nella difficoltà di non riuscire a dire di no ai propri figli, a non porre dei limiti. I genitori chiamano in Dedalus quando i figli presentano dei sintomi,  che non si riescono più a gestire come l’uso di sostanze, la trasgressione della legge attraverso atti di bullismo o ancora le ripetute bocciature scolastiche, descritti su www.dedalusbologna.it

Come mai non si riesce più a dire di no?

I genitori lamentano di avere delle mancanze con i figli, hanno difficoltà a gestire tutto, a far quadrare la vita familiare, il lavoro e per questo allora impartiscono poche restrizioni e regole, sono indulgenti davanti alle trasgressioni della legge, non vietano nulla ai ragazzi perché le madri e i padri hanno paura di perdere il loro amore. In questo modo i genitori eliminano ogni possibile conflitto, preferendo occupare un posto alla pari, facendo “l’amico o l’amica” che ascolta ogni segreto, che non si arrabbia mai, che lascia passare tutto. Per assicurarsi l’amore del figlio, i genitori cercano di soddisfare ogni capriccio giustificano ripetuti insuccessi scolastici, prendendosela piuttosto con i professori troppo severi,  pur di non intaccare in nessun modo il rapporto idilliaco e pacifico con il figlio adolescente.

Nell’epoca contemporanea emerge un’appiattimento dei ruoli, non c’è più distanza generazionale perché i genitori indaffarati, impegnati, in difficoltà hanno troppo paura di essere odiati,  di perdere la troppa vicinanza con i loro figli che consente di sapere ogni segreto e controllare ogni spostamento per dormire sonni tranquilli. Se al contrario assumessero una posizione più autorevole, se pronunciassero dei no, andrebbero incontro al giusto rischio di essere un po’ tagliati fuori dalla vita dei loro figli adolescenti.

Genitori in ostaggio

I genitori diventano ostaggio dei bisogni e delle richieste dei figli per non perdere l’amore. Tutto ciò provoca numerose conseguenze.

Per il figlio adolescente non avere un adulto con cui confrontarsi, discutere, rallenta e blocca il processo di separazione e autodeterminazione del giovane. I ragazzi si trovano a non comprendere cosa desiderano, a non assumersi mai una responsabilità sulle loro azioni mostrando di conseguenza dei forti disagi perchè smettono di domandarsi e di cercare ciò che li muove, in altre parole per cosa davvero soggettivamente valga la pena vivere. Per il genitore, trovarsi messo in scacco dal figlio fa aumentare la propria fragilità, il senso di fallimento e la percezione di sentirsi incapaci di occupare per il figlio il posto di guida, di essere un adulto di riferimento quando il ragazzo mostra delle reali difficoltà. Quando la situazione precipita i genitori si permettono finalmente di domandare aiuto alla psicoanalisi perché non sanno più che madre o padre vogliono essere per i loro figli. Varcano la porta di Dedalus intraprendendo un lavoro su di sé e su quell’amore che hanno tanto paura di perdere, ma che, come  sperimentano sulla loro pelle, ha  un prezzo davvero alto.

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